Catechesi per Adulti
Primo Incontro
La Comunione dei Santi
1. MEMBRA DI UN SOLO CORPO
Tra gli effetti del battesimo il catechismo richiama il fatto che esso ci “incorpora” alla Chiesa; san Paolo nelle sue lettere sottolinea spesso come noi cristiani siamo incorporati a Cristo, siamo come innestati nella sua vita divina; egli poi nel dodicesimo capitolo della prima lettera ai Corinzi – come abbiamo ricordato lo scorso anno – paragona la Chiesa ad un capo il cui capo è Cristo e di cui noi siamo le membra; questa immagine ha il pregio di esprimere la forte unità del corpo ecclesiale senza sacrificare la diversità e specificità dei singoli membri.
Questa immagine ci è assai utile per comprendere l’articolo di fede relativo alla comunione dei santi; esso infatti si riferisce al fatto che tutti i cristiani (=i santi) vivono tra di loro un’unione che non è solo emotiva o affettiva ma che è naturale e reale.
San Tommaso d’Aquino dice che essendo noi un solo corpo il bene di ciascuno diventa come un patrimonio comune che viene quindi partecipato a tutti i membri; questo ci fa capire quale grande solidarietà esiste tra credenti. Inoltre questo corpo non è delimitato dal tempo ma partecipando dell’eternità di Dio include tutti coloro che sono in comunione con Lui quindi gli uomini salvato di ogni tempo.
Concretamente “chi ha di più” lo partecipa agli altri, chi “ha di meno” viene aiutato da ciò che possiedono gli altri.
In questo senso la Liturgia esprime assai bene questa realtà di fede ad esempio nel Confiteor della Messa noi chiediamo perdono a Dio e ai fratelli dei nostri peccati, perché il nostro peccato diviene occasione di aggravio anche per gli altri; chiediamo poi a Maria agli angeli ai santi e ai fratelli di pregare per noi, perché la loro preghiera supplisca le nostre mancanze.
Nella lode a Dio tre volte santo, durante il canto del rendimenti di grazie (prefazio) sempre esprimiamo la consapevolezza che la nostra lode è in comunione con gli angeli i santi…
Nei momenti fondamentali della nostra vita, all’atto della loro celebrazione rituale, nuovamente invochiamo i santi nella preghiera litanica (battesimo, matrimonio, ordine sacro, esequie), per esprimere la richiesta di intercessione.
Possiamo ricordare l’omelia di Benedetto XVI all’inizio del pontificato:: Per ben tre volte, in questi giorni così intensi, il canto delle litanie dei santi ci ha accompagnato: durante i funerali del nostro Santo Padre Giovanni Paolo II; in occasione dell'ingresso dei Cardinali in Conclave, ed anche oggi, quando le abbiamo nuovamente cantate con l'invocazione: Tu illum adiuva - sostieni il nuovo successore di San Pietro. Ogni volta in un modo del tutto particolare ho sentito questo canto orante come una grande consolazione. Quanto ci siamo sentiti abbandonati dopo la dipartita di Giovanni Paolo II! Il Papa che per ben 26 anni è stato nostro pastore e guida nel cammino attraverso questo tempo. Egli varcava la soglia verso l'altra vita - entrando nel mistero di Dio. Ma non compiva questo passo da solo. Chi crede, non è mai solo - non lo è nella vita e neanche nella morte. In quel momento noi abbiamo potuto invocare i santi di tutti i secoli - i suoi amici, i suoi fratelli nella fede, sapendo che sarebbero stati il corteo vivente che lo avrebbe accompagnato nell'aldilà, fino alla gloria di Dio. Noi sapevamo che il suo arrivo era atteso. Ora sappiamo che egli è fra i suoi ed è veramente a casa sua. Di nuovo, siamo stati consolati compiendo il solenne ingresso in conclave, per eleggere colui che il Signore aveva scelto. Come potevamo riconoscere il suo nome? Come potevano 115 Vescovi, provenienti da tutte le culture ed i paesi, trovare colui al quale il Signore desiderava conferire la missione di legare e sciogliere? Ancora una volta, noi lo sapevamo: sapevamo che non siamo soli, che siamo circondati, condotti e guidati dagli amici di Dio. Ed ora, in questo momento, io debole servitore di Dio devo assumere questo compito inaudito, che realmente supera ogni capacità umana. Come posso fare questo? Come sarò in grado di farlo? Voi tutti, cari amici, avete appena invocato l'intera schiera dei santi, rappresentata da alcuni dei grandi nomi della storia di Dio con gli uomini. In tal modo, anche in me si ravviva questa consapevolezza: non sono solo. Non devo portare da solo ciò che in realtà non potrei mai portare da solo. La schiera dei santi di Dio mi protegge, mi sostiene e mi porta. E la Vostra preghiera, cari amici, la Vostra indulgenza, il Vostro amore, la Vostra fede e la Vostra speranza mi accompagnano. Infatti alla comunità dei santi non appartengono solo le grandi figure che ci hanno preceduto e di cui conosciamo i nomi. Noi tutti siamo la comunità dei santi, noi battezzati nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, noi che viviamo del dono della carne e del sangue di Cristo, per mezzo del quale egli ci vuole trasformare e renderci simili a se medesimo.
2. FORME DELLA COMUNIONE
Si dice in latino communio sanctorum e si può tradurre in italiano sia comunione dei santi (cioè delle persone sante) ma anche comunione delle cose sante.
Tra santi abbiamo un patrimoni comune che possiamo così riassumere:
Comunione di fede: tutti possediamo il medesimo deposito della fede che ci è stato dato e trasmesso fedelmente dagli apostoli. Esso è un bene di tutti noi e pertanto esso deve essere tutelato; rinvio a quanto abbiamo detto nel primo anno circa la trasmissione della fede.
Comunione dei sacramenti: altrettanto tutti i sacramenti appartengono al popolo cristiano e sono “tesori di famiglia”, la vera ricchezza spirituale.
Comunione dei carismi: come ricorda Paolo i carismi sono dati per il bene comune; non sono proprietà privata ma ogni carisma comporta una responsabilità in vista del bene comune
Comunione dei beni: la condivisione è l’atteggiamento tipico anche dei beni materiali per cui non è possibile che mangiando un medesimo Pane di vita i cristiani non si sentano responsabili anche del benessere materiale dei loro fratelli
Comunione della carità: dice ancora Paolo che nessuno muore per se stesso e nessuno vive per se stesso ma tutti viviamo per il Signore (Rm 14,7) ed ancora sempre in 1 Cor che se un membro del corpo soffre tutte le membra soffrono e se un membro è onorato tutte le membra sono onorate.
E’ inconcepibile la rivalità tra cristiani o la gelosia tra cristiani… come pure l’indifferenza il Regno di Dio è uno solo!
3. I TRE STATI DELLA CHIESA
Lumen Gentium 49 così recita Fino a che dunque il Signore non verrà nella sua gloria, accompagnato da tutti i suoi angeli (cfr. Mt 25,31) e, distrutta la morte, non gli saranno sottomesse tutte le cose (cfr. 1 Cor 15,26-27), alcuni dei suoi discepoli sono pellegrini sulla terra, altri, compiuta questa vita, si purificano ancora, altri infine godono della gloria contemplando « chiaramente Dio uno e trino, qual è »
La chiesa si struttura nel tempo e nell’eternità in una compagine visibile che si muove nel tempo: la Chiesa militante; vi è poi la Chiesa celeste, i santi che vivendo pienamente in dio intercedono per noi: la Chiesa Trionfante. Infine vi è una particolare unione con i defunti che possiamo aiutare con le nostre preghiere ed insieme rendere efficace la loro intercessione : la Chiesa purgante
4. LA REMISSIONE DEI PECCATI
Gv 20 ricorda che il dono dello Spirito Santo viene dato anche per la remissione dei Peccati; con la grazia del Battesimo la virtù dello Spirito santo ci inserisce in Cristo e cancella ogni macchia di peccato originale – cioè contratto al momento della nostra nascita – ed attuale, cioè deliberatamente compiuto. Dopo il battesimo è il sacramento della confessione che ci riporta alla santità dell’origine.
Cristo ha affidato alla Chiesa il potere delle Chiavi (Lc 24,47); per esso non esiste alcun peccato che non possa essere perdonato.
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