Catechesi per Adulti
Decimo incontro
Il Sacramento della Confermazione e il ruolo dei padrini
Basi Bibliche
Come abbiamo già notato al complesso celebrati vo dell’Iniziazione Cristiana appartiene anche il Sacramento della Confermazione. Esso segue il rito del Battesimo e conferisce ai neobattezzati una particolare effusione dello Spirito Santo, rafforzando l’appartenenza al Corpo ecclesiale.
Ha le sue radici nell’antico Testamento in particolare nella predicazione profetica; nel libro del profeta Isaia si mettono sulle labbra del Messia le seguenti parole: «La Spirito del Signore Dio è su di me, perché il Signore mi ha consacrato con l’unzione; mi ha mandato a portare il lieto annunzio ai poveri» (Is 61, 1). Gesù stesso riprenderà queste parole come ci riferisce il vangelo di san Luca
L’effusione dello Spirito però non si limita al solo Messia ma riguarda tutto il Popolo come ricorda la più ampia profezia di Ezechiele: «Porrò il mio spirito dentro di voi e vi farò vivere secondo i miei precetti» (Ez 36, 27).
Il segno dello Spirito accompagna tutta la vita di Gesù dal suo concepimento all’inizio della missione pubblica che avviene proprio con la particolare consacrazione dello Spirito Santo. E’ lo spirito che muove Gesù nel deserto per dare battaglia al nemico, E’ lo spirito di cui parla Gesù indicando l’inizio della sua missione nel già citato passo di Lc 4 in cui nella sinagoga prende il Rotolo del Libro di Isaia e legge il passo “lo spirito del Signore è sopra di me”
Cristo aveva promesso ripetutamente l’effusione dello Spirito, Essa avverrà solennemente nel giorno di Pasqua: La sera di quello stesso giorno, il primo dopo il sabato, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, si fermò in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il costato. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anch'io mando voi». Dopo aver detto questo, alitò su di loro e disse: «Ricevete lo Spirito Santo; a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi».
Come ben sappiamo una particolare effusione dello Spirito accade il giorno di Pentecoste all’ora terza; la Liturgia delle ore fa memoria di questo accadimento. Gli Atti degli Apostoli raccontano che coloro che credettero alla predicazione apostolica e si fecero battezzare, ricevettero a loro volta il dono dello Spirito Santo mediante l’imposizione delle mani e la preghiera. È questa imposizione delle mani che è stata considerata ben a ragione dalla tradizione cattolica come la primitiva origine del sacramento della Confermazione, che nella Chiesa perpetua la grazia di Pentecoste.
Nel nuovo Testamento poi San Paolo e San Giovanni parlano a più riprese di «unzione» e di «sigillo» per indicare il dono dello Spirito. Fu così che la tradizione liturgica espresse questo sacramento anche con l’unzione del candidato con olio profumato. In tal modo si significava l’unzione con il Crisma come appartenenza piena a Gesù che è il “Cristo” cioè il consacrato per eccellenza e noi siamo così cristiani.
Da qui la doppia denominazione di Confermazione in quanto è un sacramento che rafforza la grazia battesimale e cresima in quanto consacra per la missione.
I dati biblici infatti ci chiariscono che da un lato il dono dello Spirito Santo porta una abilitazione, dall’altro la sua ultima effusione ha un valore manifestativo dell’essere cristiani.
Prassi liturgica
La pratica del Sacramento anche “distinto” dal battesimo è della Chiesa apostolica «Frattanto gli Apostoli, a Gerusalemme, seppero che la Samaria aveva accolto la parola di Dio e vi inviarono Pietro e Giovanni. Essi discesero e pregarono per loro perché ricevessero lo Spirito Santo; non era infatti ancora sceso sopra nessuno di loro, ma erano stati soltanto battezzati nel nome del Signore Gesù. Allora imponevano loro le mani e quelli ricevevano lo Spiro Santo» (At 8, 14-17).
Con la celebrazione unitaria dell’iniziazione cristiana la celebrazione della cresima seguiva immediatamente quella del battesimo, come abbiamo letto nella scorsa catechesi.
Con la diffusione del battesimo soprattutto nelle zone più rurali era impossibile che tutta l’iniziazione cristiana venisse celebrata dal vescovo, che – secondo la tradizione apostolica - è ministro del Sacramento. Inoltre prese campo anche la celebrazione del battesimo dei bambini, pertanto il battesimo venne inevitabilmente ad essere separato dalla confermazione senza però che venisse sminuito il legame tra i due segni santi.
Pertanto ai parroci competeva la celebrazione del Battesimo mentre si attendeva la presenza del Vescovo per perfezionare la grazia battesimale con la confermazione o cresima.
Oggi si preferisce dire che il vescovo è ministro “originario” della Santa Cresima, tanto che anche un presbitero, ma solo con il mandato del Vescovo, può conferirla validamente.
Alcune curiosità: il sacramento della cresima chiede lo stato di grazia, perciò non può essere ricevuto da chi conduce una vita non in grazia di Dio.
È un sacramento fondamentale per la celebrazione degli altri sacramenti (Unzione degli infermi, Ordine, Matrimonio); perché la forza dello Spirito abilita alla scelta dello stato di vita e alla assunzione della malattia nel suo significato salvifico. Tuttavia non viene amministrato “obbligatoriamente” prima del matrimonio, per non ridurre il Sacramento a “pratica burocratica” nell’iter di preparazione.
Il rito
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Il rito inizia con la rinnovazione delle promesse battesimali e con la professione di fede da parte dei cresimandi.
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Nel rito romano il vescovo stende le mani sul gruppo di cresimandi: gesto che, fin dal tempo degli Apostoli, è il segno del dono dello Spirito. Spetta al vescovo invocare l’effusione dello Spirito:
«Dio onnipotente, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che hai rigenerato questi tuoi figli dall’acqua e dallo Spirito Santo liberandoli dal peccato, infondi in loro il tuo santo Spirito Paraclito: spirito di sapienza e di intelletto, spirito di consiglio e di fortezza, spirito di scienza e di pietà, e riempili dello spirito del tuo santo timore. Per Cristo, nostro Signore» (Rito della Confermazione, 25).
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Segue il rito essenziale del sacramento. Nel rito latino, «il sacramento della Confermazione si conferisce mediante l’unzione del crisma sulla fronte, che si fa con l’imposizione della mano, e mediante le parole: “Ricevi il sigillo dello Spirito Santo, che ti è dato in dono» (Paolo VI, Cost. ap. Divinae consortium naturae).
Gli effetti
Il catechismo delle Chiesa cattolica sintetizza che la Cresima apporta una crescita e un approfondimento della grazia battesimale:
– ci radica più profondamente nella filiazione divina;
– ci unisce più saldamente a Cristo;
– aumenta in noi i doni dello Spirito Santo;
– rende più perfetto il nostro legame con la Chiesa;
– ci accorda una speciale forza dello Spirito Santo per diffondere e difendere con la parola e con l’azione la fede, come veri testimoni di Cristo, per confessare coraggiosamente il nome di Cristo e per non vergognarsi mai della sua croce.
La Confermazione, come il Battesimo, imprime nell’anima del cristiano un marchio spirituale indelebile, il “carattere”; per questo è un sacramento che si può ricevere una sola volta nella vita. (Catechismo della Chiesa Cattolica, 1302-1305).
Padrini e Madrine
Per antichissima consuetudine al battezzato viene dato un padrino o una madrina il cui compito è quello di cooperare affinché il battezzando conduca una vita cristiana conforme al battesimo e adempia fedelmente gli obblighi ad esso inerenti (can 872 C.I.C.) Tale figura è prescritta sia nel battesimo dei bambini e nella confermazione, sia nel catecumenato degli adulti e non può coincidere con i genitori del battezzando.
Padrino e madrina si assumono il compito, con la loro coerente testimonianza evangelica, di accompagnare nella fede i bambini ed i giovani loro affidati, divenendo per loro un significativo punto di riferimento all’interno della comunità, sostenendo con amicizia la loro scelta cristiana, soccorrendoli nei dubbi e prendendosi cura della loro crescita spirituale (IC/1 48).
Per far questo è necessario che chi assume tale ruolo sia persona “matura nella fede” (cfr, IC/3 59); la disciplina ecclesiastica richiede che il padrino abbia completato l’iniziazione cristiana e che abbia non meno di sedici anni; inoltre la sua condotta di vita deve essere conforme al ruolo che assume.